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Universitari (Molto più che amici) - Conferenza stampa con Federico Moccia

20/09/2013 | Interviste
Universitari (Molto più che amici) - Conferenza stampa con Federico Moccia

Questa mattina l’Hotel Visconti Palace di Roma ha ospitato la conferenza stampa di Universitari – Molto più che amici, ultimo film di Federico Moccia. A presiedere l’incontro, oltre il regista e il produttore esecutivo (Marco Belardi), il cast: Simone Riccioni, Brice Martinet, Primo Reggiani, Maria Chiara Centorami, Nadir Caselli, Sara Cardinaletti, Barbara De Rossi, Enrico Silvestrin, Dario Bandiera, Tiziana Buldini e Ilaria Aquileia.    

In uscita il 26 settembre e distribuita in 350 copie, la pellicola racconta le vicende di sei ragazzi, studenti universitari presso l’Università La Sapienza, che, fuori sede, vivono a Roma in affitto sotto lo stesso tetto.

Durante l’incontro con la stampa Moccia ha spiegato le idee e le intenzioni che hanno alimentato questo suo nuovo progetto. Universitari abbandona il mondo liceale e volge lo sguardo verso quello universitario per raccontare una diversa fase della gioventù di oggi, proseguendo sulla stessa linea dei precedenti lavori “mocciani”: la prima storia d’amore raccontata in Tre metri sopra il cielo e il confronto generazionale trattato in Scusa ma ti chiamo amore. “L’idea più bella di questo film”, ha dichiarato il regista, “era mettersi nei panni degli universitari fuori sede e per farlo abbiamo effettuato delle interviste. Ciò che mi è piaciuto raccontare e che ho conosciuto, intervistandoli, è il loro senso di solitudine. Nella casa i personaggi del film trovano la famiglia, cosa che non hanno mai trovato all’interno della loro stessa famiglia”.
 
Definendo la sua pellicola più realistica rispetto a I laureati di Pieraccioni, che aveva come protagonisti studenti universitari più maturi e fuori corso da anni, il regista ha parlato della scelta di inserire nella sceneggiatura personaggi che vengono dalla periferia, come Francesca (proveniente da Sora), e da realtà più lontane, come Faraz, studente iraniano che, a rappresentanza degli universitari stranieri, “dà un pizzico di internazionalità ad una Roma ormai divenuta città globale e internazionale”. Lo stesso giovane attore Brice Martinet, di origini francesi, interprete di Faraz, ha dichiarato di essersi dovuto documentare su un Paese (l’Iran) che non conosceva, di essersi impegnato e di aver imparato molto.
 
Per quanto riguarda il target di pubblico di riferimento, “Nei miei film non inseguo il pubblico", ha affermato Moccia, "ma mi lascio guidare dall’istinto nel raccontare storie in cui qualcuno si immedesima, qualcun altro no, ma che fanno comunque ridere, commuovere e riflettere. Quando ho fatto la prima proiezione di Scusa ma ti chiamo amore c’era gente di tutte le età, la figlia, la madre e la nonna, tutte e tre uscivano dalla sala innamorate. Anche questo film vuole essere trasversale”.

Al di là di tutte le spiegazioni date dal regista e degli interventi dei giovani attori, la conferenza stampa ha assunto toni più interessanti e riflessivi quando è stato toccato il tema della contestazione studentesca/giovanile trattata nel film in modo ironico e minimale. Il regista è stato invitato a dare il suo giudizio sull’argomento: “Mentre giravamo il film all’Università La Sapienza c’è stato un momento di contestazione da parte degli studenti contro il nostro lavoro. A volte mi sembra che molte contestazioni siano prive di ragioni valide; per contestare in modo giusto e positivo gli studenti dovrebbero guardare oltre, a problemi più seri. Molti partecipano alle proteste solo per apparire senza sapere ciò per cui si discute”.
Primo Reggiani, protagonista della scena della contestazione, ha precisato: “La scena che mette in ridicolo la protesta studentesca è data dalla superficialità del mio personaggio, altrimenti non mi sarei mai sognato di prendere in giro le proteste studentesche”.
Di fronte alle considerazioni di Moccia, sorgono spontanei e diversi interrogativi: che cosa significa secondo il regista “guardare oltre”? Quali sono gli argomenti più seri contro cui i giovani dovrebbero protestare? Se ci fosse stato Nanni Moretti a La Sapienza a girare un film, sarebbe stato contestato lo stesso? Moccia ha risposto: “Argomenti più seri sono gli investimenti alle università, la precarietà del lavoro ecc. Probabilmente Nanni Moretti non sarebbe stato contestato”. Il regista, quindi, allude a una realtà più impegnata e più importante di cui i giovani dovrebbero occuparsi, diversa, però, anche da ciò che viene rappresentato dal suo stesso cinema.

L’intervento finale del comico Dario Bandiera, che ha ironizzato sul suo personaggio, ha concluso l’incontro con brio e ilarità.
 

Elisa Cuozzo

 


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